Parco della memoria storica

Storia

Origini antiche

San Pietro Infine ha radici molto antiche. Il primo insediamento sorse in epoca sannitica sulle pendici del Monte Sammucro, in località Colle Sant’Eustachio, dove ancora oggi sono visibili tratti di mura poligonali e i ruderi di una cappella dedicata a Sant’Eustachio.

Con l’epoca romana, la comunità si spostò a valle lungo la via Latina, importante strada che collegava Roma a Capua. Qui si sviluppò un piccolo centro denominato Ad Flexum, citato nella Tabula Peutingeriana come stazione di sosta per i viaggiatori. Un’epigrafe del I secolo a.C. testimonia la presenza di un villaggio organizzato e di una comunità attiva.

San Pietro Infine sorge in un’area di confine tra Latium adiectum e Campania, nel punto in cui la Via Latina Nova compiva una marcata deviazione verso Venafro. Qui nacque la statio “Ad Flexum”, piccolo scalo viario con un insediamento stabile.
Epigrafi romane (alcune conservate a Capua) attestano una comunità organizzata; tra queste spicca l’iscrizione dell’aruspice Lucio Egnazio Mameciano che finanziò sedili e portico pubblici (I sec. a.C.).

Rinvenimenti archeologici

Tra dopoguerra e anni ’70 numerosi ritrovamenti hanno confermato la continuità d’insediamento:

  • Acquedotto romano: dalla sorgente sotto il vecchio paese fino all’area di S. Vittore (zona “Torrione”), con tratti di condotto in muratura e tubature in piombo recuperate durante i lavori della nuova chiesa.

  • Necropoli: tombe “a cappuccina” con corredi (armi, vasellame), riconducibili a popolazioni italiche pre-romane.

  • Villa romana: sotto l’attuale cimitero è emerso un mosaico pavimentale (croci verdi su fondo bianco, modulo 5 cm, interasse 7,5 cm), esteso per oltre 17 metri complessivi; probabile residenza signorile in posizione panoramica.

Nota: all’epoca non furono eseguite indagini sistematiche, ma quanto emerso indica un insediamento romano di rilievo.

Dal Medioevo al Rinascimento

Nel corso dei secoli il borgo assunse il nome di San Pietro Infine, attestato già nel 1047 e citato più volte nei documenti medievali, spesso legati all’Abbazia di Montecassino, cui il paese apparteneva.
L’abitato era protetto da una cinta muraria in pietra calcarea con torri quadrate, e arricchito da numerose chiese (tra cui San Michele Arcangelo, San Sebastiano, Sant’Antonio e San Nicola), frantoi e mulini. La popolazione era dedita all’agricoltura, con la produzione di olio, cereali, vino e frutta, ma anche alla lavorazione dello “strame”, un’erba trasformata in scope, stuoie e oggetti d’uso.

Tuttavia, la posizione strategica rese il borgo vulnerabile:

  • incendiato nel 1139 durante la guerra tra Innocenzo II e Ruggero II;

  • saccheggiato nel 1199 dalle truppe di Federico II;

  • devastato nel 1250 nelle lotte tra Svevi e Angioini;

  • danneggiato dal terremoto del 1349;

  • conquistato nel 1422 da Braccio da Montone e nel 1427 da Giacomo di Carinola.

San Pietro Infine fu più volte distrutto e ricostruito, fino all’ultima devastazione del 1943.

Cristianesimo alto-medievale

Un atto del 963 cita la chiesa di San Pietro “in Flea” (deformazione di Ad Flexum) concessa dall’abate Maielpoto. La denominazione S. PETRUS IN FLIA appare anche sulle lamine bronzee della porta maggiore di Montecassino (XI secolo).
Il Chronicon cassinese registra la località nel 1047 (spedizione di Pandolfo IV): è la prima menzione del castrum medievale.

Il Medioevo: castrum, chiese e vincoli con Montecassino

Dal pieno Medioevo il borgo, sotto la giurisdizione di Montecassino, si struttura come castello fortificato con mura e torri quadrate, una rete di chiese e un tessuto economico vivace.

Patrimonio religioso (XIV secolo, fonti cassinesi):

  • Intra moenia: San Pietro (archipresbiterale), San Nicola, San Cataldo, San Martino; fuori le mura: S. Maria delle Acque, S. Maria dei Pantani, S. Maria del Lago.

  • Contributi e oneri verso l’abbazia: decime, procurationes, pranzi dell’abate, visite pastorali.

  • Evoluzione degli assetti: tra fine Trecento e Quattrocento si registrano appalti annuali della rettoria, segno di una gestione attenta a evitare incrostazioni di potere locale.

Economia:

  • Olivicoltura in forte espansione (numerose concessioni di frantoi), cereali, vigneti, frutteti.

  • Artigianato della strame (erba del Sammucro) lavorata in scope, stuoie e manufatti.

Turbolenze politiche e calamità

La posizione di confine rese San Pietro Infine teatro di scontri e passaggi d’armi:

  • incendi e saccheggi nel 1139, 1199, 1250;

  • il terremoto del 1349 sconvolge l’area;

  • nel Quattrocento alternanza di domini (Braccio da Montone, poi Giacomo di Carinola), con assedi prolungati e giurisdizione cassinese più volte impedita;

  • solo dal 1465 in avanti si ristabilizza gradualmente l’ordine (visita del commendatario d’Aragona nel 1472).

Il Cinquecento

Un nuovo corso per Montecassino (dal 1503)

Con l’annessione dell’abbazia alla Congregazione di S. Giustina (poi Cassinese), gli abati non sono più a vita e si avvicendano con frequenza (in media ogni 3 anni).
Nonostante i cambi, la visita pastorale diventa più regolare e anticipa vari orientamenti che il Concilio di Trento renderà poi sistematici.

Le due parrocchie del paese

  • San Angelo (in alto, al sommo del borgo)

  • San Nicola (nella parte bassa)
    Le visite del 1513 e del 1555 registrano celebrazioni, verifica dei sacramenti, controllo dei parroci e colloqui con i sindaci dell’Università (comunità).

Confini e tutele: la lite con i Fieramosca (1555–1558)

Il conte Ettore Fieramosca di Mignano rivendica i terreni “acqua della Cerreta” e “campo di Pipino”, storicamente di San Pietro Infine/Montecassino.
Dopo sequestri di bestiame e testimonianze raccolte, il Sacro Real Consiglio (Napoli, Porta Capuana) nel 1558 riconosce pienamente i diritti cassinesi e intima di non violarli, pena 1000 ducati.
L’incidente si chiude senza strascichi: nel 1566 i rapporti tornano cordiali.

Riforme di culto e disciplina (seconda metà ‘500)

Le visite fissano norme pratiche e correttivi, in linea con il clima di riforma:

  • Partecipazione al coro: multa di 1 grano nei festivi (½ nei feriali) per assenze ingiustificate.

  • Arredi sacri: dismissione dei calici “vetusti” (oggi li diremmo storici) per acquistare pianete nuove in stile barocco.

  • Ordine durante le feste: vietato sparare col fucile in chiesa, anche per gioia (pena scomunica).

  • Devozioni mariane: litanie del sabato alternate tra S. Angelo (Cappella dell’Immacolata) e S. Nicola (Cappella del Rosario con confraternita).

  • Manutenzione: dopo il crollo del tetto (1622), l’arciprete è obbligato a riparare a proprie spese (con esecuzione coattiva in caso d’inadempienza).

Il Seicento

Formazione e vita liturgica (1627)

Per elevare il livello del culto:

  • Istituzione di un maestro di musica per chierici e sacerdoti under 45 (quota 3 carlini/mese).

  • Quarantore nelle due parrocchie durante Avvento e Quaresima (non in contemporanea).

  • Governance delle cappelle: un procuratore del clero e uno del popolo per garantire decoro e trasparenza.

Abusi e correttivi (1653–1659)

Emergono criticità civili e fiscali:

  • Abuso dello status di chierico per ottenere esenzioni e intestare beni, “lasciando il peso fiscale ai poveri”.

  • 1659 (abate Angelo della Noce):

    • Chi è in età deve ricevere gli ordini entro 6 mesi o perde i privilegi.

    • I chierici non ancora in età devono servire in chiesa, altrimenti stessa pena.

    • Stipendi messe troppo bassi: fissata un’elemosina minima di 1 carlino.

    • Chiesa Matrice: ribadita l’urgenza di riparazioni a carico di clero e comunità.

Scuola, catechesi e inventari (1668–1695)

  • 1668: ordine di inventariare i beni della Matrice, pulizie straordinarie, istituzione di un maestro di grammatica.

  • 1695 (abate Severino Pepe, visita con Erasmo Gattola):

    • Popolazione rispettosa del clero, ma si segnala negligenza su astensione dal lavoro nei festivi.

    • A San Nicola opera un economo curato.

    • Istruzione: ascoltati i maestri (lettura, scrittura, grammatica) e perfino l’ostetrica, che deve saper gestire un battesimo d’urgenza (in caso di dubbi è sospesa finché istruita).

    • Abbigliamento del clero: mantelli e vesti fino a mezza gamba (pena sospensione).

    • Canto: nominare un maestro di canto gregoriano.

    • Formazione morale: l’arciprete propone ogni settimana 3 casi di coscienza ai sacerdoti.

    • Presenza obbligatoria del clero non capitolare a Messa cantata e Vespri (multa 1 carlino a beneficio delle riparazioni).

    • Ogni 3 mesi lettura dei decreti di visita (anche del sinodo 1696).

Un paese “quasi distrutto” (fine ‘600)

Documenti del 1698 descrivono San Pietro Infine come castello in parte diruto, con pochi abitanti e scarso mercato delle locazioni: segno di una ripresa lenta dopo secoli di scorrerie e calamità.

Le chiese alla fine del Seicento

Panoramica

Alla fine del XVII secolo San Pietro Infine contava due parrocchie (Matrice di S. Angelo in alto e S. Nicola a valle) e diverse chiese minori dentro e fuori le mura. Le visite e gli inventari (1698–1700) descrivono edifici, altari, rendite, confraternite e pratiche devozionali.

Matrice di San Angelo (inventario 29 aprile 1698)

Posizione: “sopra il Picco della Terra / Monte” (sommità del borgo)
Stato liturgico: chiesa consacrata (memoria liturgica 4 gennaio)
Impianto: croce latina – L 25,0 m · W 15,3 m · H 10,3 m – tetto a vista, pavimento in mattoni “di bellissima condizione”; 11 finestre
Campanile: h ~13,2 m, 4 campane (la maggiore “S. Margherita” consacrata 1683)
Coro: dietro l’altare maggiore, 16 stalli intagliati (posto centrale per l’arciprete); assenze al coro → perdita distribuzioni
Organo: presente l’organo “vecchio”; il nuovo era arrivato ma non ancora installato
Predicazione quaresimale: nomina all’abate di Montecassino; compenso 18 ducati + alloggio/legna (pasti solo a inizio e fine missione)

Altari (10 complessivi)

Lato destro (entrando):

  1. Nome di Gesù – confraternita; molti pesi e beni stabili

  2. SS. Trinità e Croce – tavola con Trinità e Santi Benedetto e Lorenzo; giuspatronato de’ Rossi (1666) con oneri di manutenzione/presentazione beneficiato

  3. San Martino – eretto da Artemisia Berrella (1642, altare erede)

  4. Immacolata Concezione – molti beni; procuratore dedicato

Lato sinistro (entrando):

  1. Santa Lucia – immagine a muro; mantenuto con fondi per riparazioni chiesa

  2. Corpus Domini – tavola con 12 Apostoli e statua del Corpo di Cristo (h ~1,30 m); Confraternita del SS. Sacramento (menzionata dal 1561), con pesi e beni

  3. San Girolamo – tela; eretto 1593 (eredi Leone e Zito)

  4. Madonna di Loreto – statua h ~1,30 m; eretto dai Forgione; quota ¼ acquistata da Giovanna, moglie di Giuseppe Comparelli

  5. San Biagio – statua h ~1,30 m; patronato Gizzarelli (diritto di presentazione)

Capitolo unico per S. Angelo e S. Nicola: rendite annue complessive ai prebendati ~120 ducati (+ contributi cappelle per messe/uffici funebri). Visita abbaziale: 20 ducati; cresime a metà tra Università e Capitolo.

Parrocchiale di San Nicola (inventario 27 aprile 1698)

Posizione: “ai piedi della Terra”, presso la porta del paese
Impianto: L 19,6 m · W 18,5 m · H 8,7 m – tetto a due falde, pavimento a lastrico; 6 finestre
Accessi: 2 porte; su quella degli uomini iscrizione latina devozionale
Fonti: fonte battesimale presente; pulpito assente (predicatore sedile davanti all’altare maggiore)
Coro: banchi (non stalli); sacrestia con reliquie; lavabo 1642
Campanile: a vela sulla sacrestia, 2 campane

Altari (9 complessivi)

  • Maggiore: tabernacolo ligneo intagliato/dorato; grande tavola con la Vergine tra SS. Sebastiano e Bartolomeo

  • Lato destro (rispetto al maggiore):

    1. San Nicola – grande polittico; al centro statua lignea dorata h ~1,45 m; senza pesi/rendite (manutenzione su fondi chiesa)

    2. Crocifisso – tela; eretto 1607 (fam. Masella)

    3. Angelo Custode – istituito dall’abate d. Giovanni Raimondo (in luogo dell’Annunziata); patronato eredi; interdetto al 1698 (mancata manutenzione)

    4. Madonna di Loreto – tela; patronato Colella dal 1559

  • Lato sinistro:

    1. Madonna del Rosario – tavola tra S. Domenico e S. Caterina; ancona apribile con statua lignea snodabile h ~1,45 m con parrucca e corona d’argento (come il Bambino); Confraternita del Rosario (attestata dal 1585), molti beni e pesi

    2. Madonna dell’Arco – tela; interdetto; eretto dai Montaquila di Gaeta

    3. S. Maria della Liberainterdetto; patronato Deodati (1606)

    4. San Giacomo – tela; fondato da un Figliorelli; manutenzione al regio giudice Filippo Figliorelli

Chiese minori (fuori/dentro le mura)

San Sebastiano (“Tiridana”)

Fuori porta, presso l’ospizio dei pellegrini – origini documentate 1501.
Misure: L 7,9 m · W 4,0 m · H 3,7 m – volta con cupoletta (ancora visibile).
Altare: statua di S. Sebastiano h ~1,45 m.
Ospizio annesso: 6 stanze (3+3); ospitaliere nominato dalla Curia cassinese con obblighi precisi (lavare panni, acqua, fuoco, utensili cucina, tagliare/trasportare legna) in cambio dell’orto e della cerca bi-settimanale. Le 3 stanze inferiori affittate a stalle (igiene del piano superiore).

Sant’Antonio di Padova

A mezza costa, “Piazza a monte”.
Misure: L 9,25 m · W 7,10 m · H 6,60 m.
Altari:

  • S. Antonio di Padova (titolare/protettore) – ancona lignea con Eterno Padre; statue/apostoli; statua del Santo h ~1,30 m.

  • S. Carlointerdetto (senza rendite).
    Confraternite/riti: Compagnia della Morte; martedì di Pasqua con primi/secondi Vespri, Messa cantata e Compieta; venerdì di marzo processione serale con litanie e sermone quaresimale (a cura del Capitolo).

San Giovanni Apostolo

Sommità, “da Capo la Terra”, addossata alle mura.
Misure: L 5,30 m · W 3,15 m · H 6,60 m (oggi rovine, abside integra con lacerti di pittura).
Iconografia storica: tela con S. Giovanni, S. Domenico, S. Nicola, S. Rosa.
Devozione e arredi offerti da Antonio de’ Rossi.

Santa Maria dell’Acqua

In pianura, fuori abitato.
Misure storiche (diverse dalle attuali): L 8,30 m · W 4,00 m · H 5,00 m.
Statua lignea della Madonna col Bambino h ~1,45 m (quella odierna sopravvissuta alla guerra).
Dotazioni: 1 campana in facciata; 15 mortaretti su “maschi di ferro” per la festa.
Monte del grano: 300 tomoli (~168 hl) per prestiti alla popolazione (restituzione “a colmo” per accrescere il fondo e aiutare i poveri).
Festa: novena/ottava della Natività; vespri in Matrice, processione ripida per le vie, ritorno della statua la domenica seguente.

Nota: la più antica statuetta lignea (sec. XIII–XIV, ~40 cm) fu rubata nel 1970.

San Leonardo (campagna)

Inventario 5 maggio 1700.
Misure: L 7,40 m · W 5,40 m · H 4,20 m.
Stato: chiesa rifatta a spese dell’Università; unico altare con quadro di S. Leonardo e S. Eustachio (il beneficiato doveva rifarlo, ma era inadempiente).

Sant’Antonio Abate

Fuori le mura, “S. Antonio”diruta già a fine ’600 (resti appena riconoscibili).
Patronati: i Montaquila di Gaeta vantavano il giuspatronato di S. Leonardo e altri benefici (diritti documentati sin dal 1419).

Il Settecento

Apertura del secolo (1700–1735)

  • S. Cataldo alla Taverna (1721): ricostruita da don Pietro e Nicolò Deodati lungo la strada per Napoli; benedizione delegata all’arciprete a condizione che la cappella avesse un reddito da taverna (modello tipico dell’epoca).

  • Reliquie (1731): dono di S. Filippo Neri alla chiesa di San Pietro Infine da d. Erasmo Gattola (abate/archivista cassinese).

  • Visita 1734: confermata la doppia parrocchia con un solo Capitolo (S. Michele e S. Nicola officiavano anche separatamente nelle ricorrenze maggiori).

    • S. Michele: chiesa umida e maltenuta → ultimatum: riparazioni entro 2 mesi o interdetto.

    • S. Nicola: altare del titolare in cattive condizioni → o si ripara (anche con questue) oppure si demolisce / si dà in patronato.

Confraternite, patronati e rendite (metà secolo)

  • S. Nicola

    • Madonna dell’Arco: nuovo patronato De Vio e Gaetano (famiglie di Gaeta); dotazione ripristinata.

    • Rosario: propria amministrazione; rendita ~107 ducati/anno per “usi vari”.

    • S. Maria della Libera: 4 ducati/anno per 25 Messe (nota di confronto sul valore del ducato).

    • Copertura della chiesa: tavolato (non voltata), con un tratto aperto sopra la porta.

  • S. Sebastiano + ospedale dei pellegrini: 43 ducati/anno per una Messa settimanale e manutenzione ospizio (alloggio, cure minime agli infermi).

  • S. Leonardo (beneficio semplice): 7,5 ducati/anno, con onere di 10 carlini (1 ducato) per 2 Messe cantate.

  • S. Antonio di Padova (intra moenia): 40 ducati/anno; altare unico (quello di S. Carlo demolito); sede della Confraternita della Buona Morte (senza ingerenza amministrativa).

  • S. Maria dell’Acqua (campagna): rendita in frumento e prodotti agricoli valutata 24,5 ducati; festa annuale: 10 ducati di spesa.

Grande cantiere di S. Michele (1757–1766…)

  • Obiettivo: voltare la navata principale di S. Michele (“Matrice”) e modernare la chiesa.

  • 1757: nominati i deputati d. G. Battista Trojanelli jr. e dott. Nicolò Figliorelli; chiesto un preventivo con architetto.

  • Progetto: il ticinese Domenico Simonetti (già attivo per Montecassino) fornisce disegno e stima (“Minuta delli materiali… per modernar la Chiesa…”).

  • Finanziamento creativo: autorizzata la vendita/anticipo su 200 ducati della cappella del Purgatorio per completare sacrestia/stucchi, con restituzione entro 5 anni dalle entrate della chiesa.

  • 1761: cantieri in corso; parrocchia trasferita provvisoriamente a S. Antonio (SS. Sacramento custodito lì).

    • Ospedale: attività sospesa, rendite dirottate ai lavori; S. Sebastiano usata come magazzino.

    • S. Leonardo: degrado → il frutto del beneficio sequestrato per restauri (con minaccia di braccio secolare).

  • 1766: terremoto e venti scoperchiano la nuova chiesa quasi ultimata → si preleva prestito di 25 ducati dalla cassa di S. Maria dell’Acqua (con obbligo di restituzione e interesse).

Disciplina, archivi e qualità del culto (1780–1788)

  • Visita 1780 (Vic. gen. d. Simplicio Gattini, d. Placido Federici archivista):

    • Da completare cupola, coro, pulpito di S. Michele.

    • Ufficio divino: recitato troppo in fretta; si ordina miglioramento.

    • Scandalo archivistico: manca l’archivio e l’archivista → nominare 2 archivisti e allestire locale archivio entro 15 giorni.

  • Visita 1788 (abate Tommaso Capomazza):

    • S. Michele: lavori essenziali compiuti.

    • Patronati altari (S. Michele):

      • S. MartinoLoreto Brunetti (beneficiato).

      • S. Biagiode Julianis e Gizzarelli.

      • S. GirolamoSpallieri, Raimondi, Vandra.

      • SS. Trinitàde’ Rossi (famiglia trasferita a Napoli).

    • Patronati altari (S. Nicola):

      • Madonna dell’ArcoDe Vio & Gaetano (ma interdetto finché non si rimette in decoro).

      • S. Maria della LiberaSpallieri.

      • S. Maria di LoretoColella.

      • Angelo CustodeComparelli.

      • SS. Cosma e DamianoMaselli.

    • S. Cataldo: cura Spallieri; S. Maria dell’Acqua amministrata da procuratori laici (linee da Napoli: clima giurisdizionalista borbonico).

Stato e Chiesa: la regìa borbonica nella vita religiosa

  • Ordini sacri (1773–1774): per promuovere Benedetto Raimondi serve autorizzazione del Re; Montecassino “esegue ciecamente i Sovrani Ordini”.

  • Missioni popolari (1783): richiesta al Re di far entrare Passionisti da Stato Pontificio (“la maggior parte del popolo si è resa perversa e indisciplinata”) → permesso concesso.

  • Contenziosi minori: richieste di compensi (organista D. Colella, 1772) respinte dopo parere abbaziale.

  • Eremitaggi: per chiese isolate basta l’ok dell’abate (1760, eremita a S. Eustachio).

  • Predicatore quaresimale (1788): i sindaci propongono una terna; l’abate sceglie p. Nicolò da Giugliano (capuccino).

Il “palazzo del Sacro Monastero”

A fine secolo si registrano lavori alla casa del monastero in paese (detta “del Sacro Monastero”): spesa 175 ducati e 43 grani, tra cui una loggia nuova. L’edificio doveva essere sobrio ma dignitoso, coerente al ruolo cassinese.

L'Ottocento

1801–1809: prima degli sconvolgimenti

Visite canoniche e stato delle chiese

  • 1801–1804: l’abate Marino Lucarelli visita San Pietro Infine (28 ottobre 1804).

  • Matrice S. Michele: priorità pastorali e amministrative; i procuratori delle cappelle sono laici (norme da Napoli).

  • S. Antonio Abate, S. Sebastiano, S. Cataldo, S. Maria dell’Acqua: visitate per delega.

  • Arredi e suppellettili: “mediocri e conformi” agli standard dell’epoca.

Formazione e pratica liturgica

  • Ogni 15 giorni: discussione di 2 casi (1 di morale, 1 di rubriche liturgiche), con relatori designati dall’arciprete.

  • Catechismo domenicale secondo gli ordini reali (21/08/1797 e 26/05/1801).

1808: assetto capitolare e rendite (dichiarazione ufficiale)

  • Esistono due parrocchie ricettizie (S. Michele e S. Nicola) che formano un unico Capitolo di 9 sacerdoti.

  • Ammissione in Capitolo: sacerdoti nativi dopo la prima Messa e con idoneità dottrinale (Istruzioni Reali 25/08/1797).

  • Rendita complessiva del Capitolo: ~197 ducati (olio + grano).

  • Quota pro capite (circa): 7 staia d’olio (~9,2 kg × 7) e 4 tomoli di grano (~0,56 hl × 4).

  • Ufficiatura quotidiana in S. Michele; in alcune feste anche in S. Nicola.

  • Oneri annui:

    • 611 Messe lette (15 grani ciascuna)

    • 102 Messe cantate (5 carlini ciascuna)

    • 3 uffici dei defunti con Messa + 8 notturni cantati (1 ducato ciascuno)

    • Cattedratico a Montecassino: 10 ducati; canone 35 grani

    • Decime a S. Pietro, S. Vittore, Mignano, Rocca Pipirozzi

    • Sacrista: 3 ducati e 50 grani/anno per ostie

Nota: i valori in ducati/grani sono riportati per proporzioni storiche; l’equivalenza moderna è indicativa.

1809: quadro aggiornato di redditi e spese

  • Clero: 9 sacerdoti locali + 1 cappellano a Capua; 2 chierici in seminario (Montecassino e Caserta).

  • S. Michele: rendita ~52 ducati; spese culto ~30 + 4,53 di tassa fondiaria.

  • S. Nicola: rendita ~41 ducati; spese culto ~19 + 3,39 di tassa fondiaria.

  • 13 cappelle con amministrazione propria: situazioni anche in passivo (es. Corpo di Cristo: entrate ~73,7 / uscite ~103,7 ducati).

    • Ospedale con S. Sebastiano: in attivo.

    • S. Maria dell’Acqua: entrate 26,5 / uscite 36,7 ducati (passivo).

Probabile causa dei disavanzi: nuove leggi napoletane poco favorevoli alle proprietà ecclesiastiche.

1806–1815 e oltre: tra guerre e transizioni

  • Le riforme e la presenza francese/murattiana innescano pressioni economiche e amministrative sulle chiese.

  • Memoria storica di conflitti nella valle (richiamo agli scontri del 1734 e alla crisi dell’esercito murattiano nel 1815): il territorio resta strategico e vulnerabile.

1860–1870: Unità d’Italia e brigantaggio

  • Soppressione del Capitolo e delle cappelle come enti giuridici; sequestro dei beni (leggi piemontesi estese al Regno).

  • I sacerdoti capitolari ricevono pensioni modeste, spesso insufficienti senza altre risorse.

  • Brigantaggio diffuso:

    • Figura centrale: Domenico Fuoco (1837–1870), ex sergente borbonico, capo banda fino a ~80 uomini; ucciso a Picinisco (16 agosto 1870).

    • Attive anche le bande Guerra (Mignano), Pace e Cicone (Caspoli).

    • Fenomeno con origine politica solo iniziale; presto prevalgono dinamiche criminali e sociali.

1870–1900: cura del culto e opere pubbliche

Interventi su chiese e accessi

  • Per iniziativa di d. Giuseppe e d. Cosmo Brunetti:

    • rifatti finestroni, cancelli, altari;

    • alla cupola di S. Michele aggiunto il cupolino;

    • cortile d’accesso recintato e cancellato;

    • selciatura a gradoni delle vie del borgo (lavoro eseguito 1860–1870 da Benedetto Zambardi).

Acquedotto e fontana (1886)

  • Presso S. Maria dell’Acqua: realizzata camera di raccolta con bacino in pietra (4 cannelle in ottone), stemma comunale e iscrizione “AVE MARIA — FONS AQUAE VIVAE” (ancora visibile).

Clero a fine secolo

  • d. Giuseppe Brunetti: abate-curato di S. Nicola (1893–1914).

  • 1905/1906 (calendario diocesano): d. Modestino Troianelli (arciprete-curato), d. Giuseppe Brunetti (abate-curato); d. David Brunetti a Roccadevandro.

  • Cosmo Brunetti è ricordato soprattutto per la selciatura del paese.

La Seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale, San Pietro Infine si trovò al centro della Linea Reinhard (o Bernhard), nel cuore della campagna d’Italia.
Tra l’8 e il 16 dicembre 1943 si combatté qui una delle battaglie più dure: la Battaglia di San Pietro, in cui la sola 36ª Divisione texana perse oltre 1.200 uomini. La valle venne ribattezzata dagli americani “Death Valley”.

L’intero paese fu raso al suolo, i civili si rifugiarono nelle grotte scavate nel tufo e più di 3.500 abitazioni, chiese e botteghe furono distrutte. Oliveti secolari e campi coltivati andarono perduti, rendendo il territorio incoltivabile per anni.

Il regista John Huston, inviato dal Governo americano, documentò la battaglia e la sofferenza della popolazione nel celebre film “The Battle of San Pietro”, considerato il più grande documentario di guerra mai girato, fonte di ispirazione per Spielberg nel film “Salvate il soldato Ryan”.

Il dopoguerra e la rinascita

Dopo la guerra, molti abitanti furono costretti a emigrare in America e in Canada, privando il paese della forza lavoro necessaria alla ricostruzione. Chi rimase continuò a vivere in condizioni difficili, mantenendo però viva la volontà di rinascere.

Nel 2003 San Pietro Infine ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’Oro al Merito Civile per il coraggio e le sofferenze della popolazione. Nel 2008, con Decreto Presidenziale, l’Antico Abitato è stato dichiarato Monumento Nazionale.

Il Museo della Memoria Storica

Sempre nel 2003, l’Amministrazione comunale ha affidato agli architetti Paolo Vacca e Onorato Masia il progetto di restauro dell’ex Frantoio Comparelli, trasformato in Centro Visita – Museo della Memoria Storica.
Il restauro, completato nel 2007 e arricchito dagli allestimenti scenografici della Officina Rambaldi, ha creato un percorso dinamico e immersivo che racconta la vita prima della guerra, il dramma dei bombardamenti, la sopravvivenza nelle grotte, la ricostruzione e l’emigrazione.

Al termine della visita, una saletta proiezioni mostra le immagini originali del film di John Huston, riportando alla luce il legame tra storia locale e memoria universale.